Alla scoperta dell’India – ottavo episodio


Alla scoperta dell’India – ottavo episodio

Nel 2002 il giovane Andrea Arci partiva alla volta dell’India in un viaggio di scoperta di un paese senza limiti e dai confini precari. Riviviamo insieme le tappe di questo periplo  fra mondo ideale e realtà. Ogni domenica un nuovo episodio.

(c) Andrea Arcidiacono,  tutti i diritti riservati 8/12

Viaggiare in India è come aprire un libro illustrato per bambini con i paesaggi e le persone che magicamente s’innalzano a ventaglio per formare variopinte figure in rilievo, come lo splendido monumento del Taj Mahal di Agra, che avevo avuto il privilegio di visitare nel tardo pomeriggio di quella giornata infinita. Uno stupendo gioiello in marmo bianco che un imperatore mongolo aveva fatto costruire in memoria della moglie scomparsa. Un inno all’amore scolpito nella preziosa pietra, alla quale si sovrappongono magnifiche decorazioni floreali e versetti tratti dal Corano. Ma non è solo la vista ad essere allietata da questa ottava meraviglia del mondo.

Forti raffiche di vento caldo rendono precario l’equilibrio. È piacevole sentire sotto i piedi nudi il calore sprigionato dal pavimento in marmo bianco dopo una giornata d’intenso sole. Al tramonto ondate di nuvole bianche avvolgono il magnifico monumento. Non è lo stesso paesaggio dal cielo terso e turchino che si ammira solitamente nelle cartoline con il Taj Mahal. La stagione non è quella giusta. Ma la sensazione di trovarsi di fronte ad un miracolo artistico in un’oasi di pace è un bellissimo regalo che ripaga gli sforzi di un’intensa giornata e di una notte in bianco, poiché il caldo torrido non dà tregua e rende il sonno una vana impresa.

Uno spettacolo a cielo aperto

Viaggiare in India è come assistere ad un grande e magnifico spettacolo circense. È il timido orso a salire sul palcoscenico della strada – che da Agra conduce a Jaipur. Ai lati della lingua d’asfalto si esibisce in un numero su due zampe abilmente ammaestrato dai nomadi che popolano le lande del Rajastan. Nello spazio di un centinaio di chilometri cambiano pure i personaggi e gli scenari. Con il suo passo dinoccolato l’elegante cammello prende il posto dei buoi. Le lunghe distese color sabbia ed i campi di frumento sostituiscono le risaie del Sud. L’arenaria color rosso mattone ed il marmo bianco finemente levigato s’impongono sull’arenaria color zafferano.

Gli elefanti si muovono con consumata esperienza sulla strada che porta alla città della vittoria, Fatehpur Sikri. Mi colpisce l’architettura interna della moschea che riunisce in modo armonioso gli elementi di diverse religioni. Un tentativo di fusione fra l’islam, il cristianesimo, la religione indù ed altre correnti dell’immenso panorama spirituale indiano. Una preziosa eredità, uno spiraglio di speranza per il momento storico attuale che privilegia invece la contrapposizione, il conflitto, la lotta senza pietà  fra religioni, mentalità, popoli e razze. Mi abbevero golosamente alla fonte della storia maestra di vita e d’armonia in questo lampo riconciliatore.

Venti di guerra

La settimana volge quasi al termine. Manca solo la tigre per completare in bellezza lo spettacolo circense. Bisogna tuttavia addentrarsi in un parco naturale nel bel mezzo del Rajastan per scovare il poderoso felino. Senza troppe difficoltà e stimolato da un generoso compenso in denaro l’esperta guida trova in poco tempo il nascondiglio di una giovane tigre. È divertente ammirare e ricostruire il profilo di alcune tigri nascoste nella boscaglia, ma è ancor più ameno ammirare i turisti in gabbia che scrutano con attenzione la foresta alla disperata ricerca della tigre per scattare un’esclusiva fotografia.

Dal deserto s’alza il vento caldo. Dal Kashmir s’alzano invece i venti di guerra. Ci sono nuove tensioni fra India e Pakistan. Il Punjab ed il Rajastan potrebbero essere gli obiettivi di un’eventuale azione di ritorsione pakistana, se l’esercito indiano dovesse colpire le basi dei terroristi islamici situate nella parte del Kashmir occupato dal Pakistan. Il lampo riconciliatore della città della vittoria è un vago ricordo

Keine Kommentare

Sorry, the comment form is closed at this time.