27. Februar 2022
Alla scoperta dell’India – sesto episodio
Nel 2002 il giovane Andrea Arci partiva alla volta dell’India in un viaggio di scoperta di un paese senza limiti e dai confini precari. Riviviamo insieme le tappe di questo periplo fra mondo ideale e realtà. Ogni domenica un nuovo episodio.
(c) Andrea Arcidiacono, Berna, tutti i diritti riservati 6/12
Il Gange emana una forza speciale. Sprigiona una grande tranquillità. Nel suo lento incedere trasmette serenità e pace. Era questa l’immagine di Varanasi che corrispondeva meglio alle aspettative create nei meandri della mente. Avevo messo su un piedestallo spirituale la città della luce e mi ero spesso immaginato di passeggiare nelle viuzze di una delle più antiche città del mondo. Avevo pure letto un libro in inglese interamente dedicato alla storia ed ai simboli sacri di questo luogo magico. Lentamente i pilastri del piedestallo si fondono e si sbriciolano sull’arida e polverosa scalinata. Imparare a viaggiare significa anche ripulire la mente dalle illusioni, dai preconcetti e dalle splendide immagini sviluppate nello scrigno virtuale.
In memoria di George Harrison
La Varanasi spirituale convive gomito a gomito con la Varanasi commerciale. Sono due facce della stessa medaglia. Di ritorno dal lungo viaggio mi soffermo su un lungo articolo ne La Repubblica dedicato alla canonizzazione di padre Pio, frate di Pietralcina. Il reddito annuo di un venditore di gadget a San Giovanni Rotondo è di 150 mila euro all’anno. Anche nella vecchia Europa ogni medaglia ha il suo rovescio, come nella città della luce. Troppa luce talvolta acceca ed addormenta i sensi in una sorta di letargia dell’animo.
La musica mi riconcilia con Varanasi. Assisto ad un concerto di musica classica indiana nella sede di un’importante scuola musicale. Spettatori e musicisti sono presenti in numero eguale: tre da una parte e tre dall’altra. Un concerto per pochi privilegiati, poiché l’abilità e la forza espressiva dei musicisti incantano. Con un’alternanza di tocchi morbidi e decisi l’anziano percussionista dà un saggio del suo virtuosismo al tablar. Le rughe del suo volto scolpito dal sole ricordano l’espressione dei musicisti cubani, che da una vita s’immergono nei caldi ritmi del son. Sulla parete sventola uno striscione in seta rossa con una scritta giallo oro: “concerto in affettuosa memoria di George Harrison”. Un gesto d’amore e di rispetto per il mitico chitarrista dei Beatles da poco passato a miglior vita, le cui ceneri erano state disperse nel Gange.
OM
La mattina successiva è il turno di un giovane devoto di Krishna, i cui capelli ricordano Michael Jackson prima maniera. Nel tempio vicino ad una delle scalinate principali egli offre un saggio della sua abilità al flauto traverso. Si allena ogni giorno per cinque, sei ore di fila. “La musica è meditazione per arrivare a Dio. La terra è una sola. Il cielo è uno solo. Il paradiso è uno solo. Dio è unico”, spiega il seguace di Krishna che in poche parole riassume l’essenza della sua ricerca e della sua vita. Parole semplici, ma pronunciate con beatitudine e una grande calma interiore. Il viaggio mi conduce nel tempio di una nuova scoperta. Ci sono mille divinità dai mille significati in questo misterioso paese. Alla fine tutto può essere ridotto ai minimi termini, all’essenza ed alle radici, come il suono primordiale OM, invocato all’inizio ed alla fine di ogni cerimonia. Una voce magica dai mille significati, che può pure essere riassunta in un’unica nota, simbolo dell’eternità. Un unico simbolo per le molteplici facce dell’infinito, una moltitudine di simboli e divinità che ruotano attorno al principio universale della creazione.
Movimento e attesa
In questo paese infinito gli estremi talvolta si toccano e si ritrovano abbracciati in modo armonioso: il principio creatore e le mille divinità, il movimento e l’attesa, il centro e la periferia, l’effetto e la causa. Il principio creatore si specchia nei simboli terreni dai mille volti. L’attesa diventa movimento ed il movimento contiene una venatura d’attesa. Le cause diventano effetti e gli effetti ti conducono per mano alle origini. Ed anche la partenza da Varanasi si trasforma in un arrivo. La città della luce infatti non molla la presa ed un malaugurato contrattempo mi fa ritornare alla casella di partenza o d’arrivo.
(c) Andrea Arcidiaconotutti i diritti riservati 6/12 – continua

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