Alla scoperta dell’India – dodicesimo e ultimo episodio


Alla scoperta dell’India – dodicesimo e ultimo episodio

Nel 2002 il giovane Andrea Arci partiva alla volta dell’India in un viaggio di scoperta di un paese senza limiti e dai confini precari. Riviviamo insieme le tappe di questo periplo  fra mondo ideale e realtà. Ogni domenica un nuovo episodio.

(c) Andrea Arcidiacono,  tutti i diritti riservati 12/12

S’avvicina il momento della partenza. È tempo di tracciare un bilancio dell’avventura indiana. Sono contento di essere entrato in una nuova realtà e di aver sfatato alcuni miti, smussando gli angoli di alcune immagini precostituite nell’universo mentale. Ho scoperto un’India dai mille volti e dalle mille contraddizioni. La tolleranza e l’ampiezza di vedute della religione indù non riescono sempre a frenare la violenza e gli scontri fra le diverse comunità. Un paese che ti affascina per l’immensità della sua saggezza e dei suoi grandi maestri. Un continente che ti fa arrabbiare per il suo fatalismo, le contraddizioni, il divario che separa i ricchi dai poveri, l’indifferenza nei confronti dei più poveri e la mancanza d’igiene e di condizioni di vita decenti per tutti. 

Un paese senza limiti

Un’India che ti colpisce però dritto al cuore con la sua ospitalità, fantasia e la sua capacità di superare i propri limiti. Un paese che ti avvolge in un abbraccio stretto con la sua marea umana. La bellezza velata ed imperturbabile delle sue donne. Un paese generoso che offre la sua casa ai molti pellegrini venuti da Occidente in cerca di pace e di serenità. Un paese ricco di conoscenza e conquiste millenarie nei più svariati campi dello scibile umano: filosofia, medicina, meditazione e yoga. Un paese che ti mette a confronto con la tua realtà e ti propone una visione particolare della Svizzera nei suoi film di successo: il paradiso perduto con le sue montagne innevate ed i paesaggi idilliaci.

Un gesto disinteressato

Un paradiso sicuramente che cerca tuttavia di ritrovare la sua identità perduta nel rigore del lavoro, dell’efficacia e del sacro danaro. Abbiamo perso il gusto del gesto generoso e spontaneo, come mi era capitato nel primo approccio con la nuova realtà a Chennai. Avevo infatti incontrato casualmente in un ristorante locale il maestro di karatè che si occupava del guardaroba di fianco allo stupendo tempio di Kapelswarar consacrato a Shiva. Mi aveva offerto la cena ed era poi scomparso nel nulla senza darmi la possibilità di contraccambiare il generoso e disinteressato gesto. 

L’inutilità del viaggio

Il viaggio maestro di vita è fonte di ricchezza e d’insegnamenti. Arrivi al punto di capire la sua inutilità, come suggeriva il grande poeta indiano Tagore. La goccia di rugiada scintillante è davanti alla porta di casa, sulla punta del proprio naso. Talvolta è tuttavia necessario partire per poter apprezzare il profumo e la bellezza della pioggia che s’infrange sulla porta di casa. Senza remore e senza paure. Imparare a viaggiare è imparare ad ascoltare sé stessi.  È tempo di tornare nell’acquario occidentale.

(c) Andrea Arcidiacono,  tutti i diritti riservati 12/12, the end, 2002 

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