6. März 2022
Alla scoperta dell’India – settimo episodio
Nel 2002 il giovane Andrea Arci partiva alla volta dell’India in un viaggio di scoperta di un paese senza limiti e dai confini precari. Riviviamo insieme le tappe di questo periplo fra mondo ideale e realtà. Ogni domenica un nuovo episodio.
(c) Andrea Arcidiacono, tutti i diritti riservati 7/12
In quel bollente pomeriggio domenicale mi ero spostato dall’hotel in riva al fiume per raggiungere la stazione di Benares. Come da copione mi ero recato allo sportello informazioni per sapere da quale binario partiva il treno per Nuova Dehli. L’impiegato di turno mi rispose che il treno era stato cancellato, poiché era deragliato la notte precedente. Un eccesso di velocità probabilmente, anche se i giornali non escludevano la possibilità di un sabotaggio. Sul momento non avevo ancora realizzato la gravità del fatto, ma mi ero improvvisamente ritrovato in una lunga fila di persone, che aspettavano pazientemente il rimborso del biglietto.
In compagnia di alcuni turisti occidentali mi ritrovai ad improvvisare una nuova fila “occidentale” composta da quattro turisti: due ragazze irlandesi, il sottoscritto ed un non meglio identificato turista che si era piazzato dietro lo sportello al posto dell’impiegato. Era un turista americano che abitava a New York. Doveva rientrare il più presto possibile a Dehli, poiché il giorno successivo lo aspettava il volo di ritorno in terra americana. Decise di noleggiare un taxi e mi propose di viaggiare con lui. Rifiutai, poiché avevo ancora molte settimane di viaggio davanti a me e non volevo rischiare di viaggiare in macchina durante la notte.
In balia degli eventi
Fu solamente dopo due giorni, che mi resi conto di averla scampata bella. Ancora una volta le divinità protettrici, invocate all’inizio del viaggio, avevano steso il loro morbido velo sull’impavido viaggiatore e sulle centinaia di persone che avrebbero dovuto prendere quel treno per Dehli. Bastava infatti prendere il treno espresso alcune ore prima per ritrovarsi nel mezzo di un deragliamento e ritrovarsi a tu per tu con sorella morte. Nell’edizione locale di “The Times of India” l’immagine in prima pagina non lasciava spazio ai dubbi: l’incidente aveva coinvolto soprattutto le carrozze dotate di aria condizionata.
Il posto – che avevo prenotato per il viaggio in direzione di Nuova Dehli – si trovava proprio in una dei vagoni climatizzati. Un gesto, un’esitazione, un attimo d’anticipo, un’accelerazione dell’attesa, una pausa di riflessione: una serie di eventi fortuiti avrebbe potuto mutare il corso del viaggio o meglio dell’esistenza. Mi ero sentito in balia degli eventi e di una forza superiore immutabile. Avevo sentito correre lungo la schiena la lama tagliente del destino.
Verso il Rajastan
Ringraziai tacitamente questa forza superiore immutabile ed intrinseca che nel frattempo mi aveva spinto a proseguire il viaggio nel Rajastan, terra di grandi principi ed antichi palazzi. In compagnia delle due ragazze irlandesi – incontrate in circostanze difficili alla stazione di Varanasi – avevo infatti deciso di noleggiare un’automobile con tanto di autista ed aria condizionata per un viaggio di due settimane. Una svolta imprevista nel cammino indiano che aveva dato nuova linfa ed entusiasmo al viaggio dopo sedici ore di treno dalla città della luce alla capitale indiana, nella quale mi ero fermato soltanto per un paio d’ore.
Mi sembrava di essere atterrato su un altro pianeta con ampie strade asfaltate, viali alberati, palazzi moderni, un traffico imponente ed assordante ed una marea di persone sempre in movimento.
(c) Andrea Arcidiacono, tutti i diritti riservati 7/12 – continua

Sorry, the comment form is closed at this time.