27. Juni 2024
„Volevo solo fare l’avvocato e all’improvviso mi sono trovata in missioni di pace“
Nella risoluzione del 10 giugno 2024 il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha chiesto ad Hamas e Israele di attuare il piano in tre fasi del presidente americano Joe Biden che prevede un cessate il fuoco immediato a Gaza, il rilascio di tutti gli ostaggi e l’accesso agli aiuti umanitari. Un cessate il fuoco immediato è la condizione essenziale per consentire l’afflusso completo di aiuti umanitari che possa alleviare la sofferenza di due milioni e 300 mila persone nella Striscia di Gaza. “Quello che mi è successo a Gaza, è la cosa peggiore che mi sia capitata”, ci racconta l’avvocato Constanza Aranguiz Schilling di Santiago del Cile, specialista di missioni di pace dell’ONU, che è miracolosamente sopravvissuta all’avvelenamento da munizioni al fosforo bianco utilizzate dall’esercito israeliano a Gaza.
© Andrea Arcidiacono, Berna, 27 giugno 2024
Iraq, Afghanistan, Libano, Siria, Ucraina e Palestina: sono questi alcuni paesi, nei quali Constanza A. Schilling ha lavorato come avvocato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) con l’incarico di occuparsi dei trattati di pace.
“Avevo il compito di stabilire la comunicazione fra i paesi con un duplice obiettivo: evitare lo scoppio di una guerra e mantenere la pace nei paesi in conflitto”, sottolinea Constanza che aggiunge: “Ho incontrato molti ambasciatori che chiedevano di poter negoziare con me, perché apprezzavano il mio atteggiamento e la mia volontà di proporre soluzioni ai problemi. Nei diversi paesi, in cui ho prestato la mia opera di mediazione, le persone si fidavano di me e mi parlavano di qualsiasi argomento. Mi hanno insegnato la loro lingua e io ho insegnato loro la mia. Ho imparato a cucinare i loro piatti tipici che erano anche squisiti. Ho imparato a conoscere molto bene quelle donne e quei bambini che ho accompagnato personalmente ai confini per evitare che fossero uccisi.”
L’infanzia tormentata
Nata a Berlino nel 1983 Constanza ha vissuto in un orfanatrofio cattolico fino a 6 anni. “In realtà mia madre mi ha abbandonata vicino a una discarica. Una famiglia mi ha trovato e mi ha portato in orfanotrofio. Sono cresciuta in una comunità di preti e suore insieme ad altri 50 bambini. La mia infanzia è stata molto dura e dolorosa”, ricorda Constanza. Un’infanzia tormentata che è stata segnata da abusi sessuali da parte di preti e suore dell’orfanatrofio:
“Abbiamo sempre chiesto a Dio di aiutarci, ma in tutto quel tempo nessuno ci ha mai aiutato… Quando ho compiuto sei anni, sono stata adottata da una famiglia, che è diventata la mia famiglia. Mia mamma è spagnola e tedesca e mio papà è cileno e argentino. Entrambi hanno la doppia nazionalità. Mio papà lavorava all’ambasciata come avvocato e mia mamma era un neurochirurgo”.
La ripartenza in famiglia
Questa nuova vita ha dato l’opportunità a Constanza di ripartire su nuove basi e di aprire a poco a poco la porta del suo tormentato passato ai suoi amati genitori. “Sono riuscita a raccontare a miei genitori tutto quello che era successo all’orfanatrofio. In quell’epoca fare causa alla chiesa o a un prete era praticamente impossibile, perché la giustizia si pronunciava sempre a favore della chiesa. Mio papà è stato il primo avvocato che ha portato un prete in tribunale che è stato processato per un reato sessuale contro minorenni”, sostiene Constanza.
All’età di dieci anni, quando inizia a imparare lo spagnolo, suo papà le regala la collezione completa di libri di diritto e dei codici. “A tredici anni conoscevo a memoria tutte le leggi. Mio papà mi diceva che da adesso in avanti nessuno mi farà più del male e che avrò il diritto di incarcerare e condannare chiunque faccia del male… Mio papà è stato il mio maestro. Ho imparato molto con lui”, ricorda Constanza che decide poi di intraprendere gli studi di diritto all’università di Santiago del Cile.
Gli studi di diritto

Malgrado la buona situazione economica dei genitori Constanza sceglie di lavorare per finanziare i propri studi, svolgendo le attività più disparate: dalla pulizia delle case al lavoro in una stazione di servizio. “Lavoravo al distributore di notte e la mattina andavo all’università. Dopo il quinto anno di università ho chiesto di effettuare uno stage gratuito di sei mesi nei tribunali. Ho imparato molto senza sapere che tutto questo mi sarebbe servito in seguito.”
Dopo aver conseguito la laurea in diritto inizia a lavorare nello studio d’avvocatura del papà a Santiago del Cile. Quattro anni dopo Michelle Bachelet, allora alta Commissario per le Nazioni Unite per i diritti umani e già prima donna Presidente del Cile, segnala il suo nome per un posto di lavoro in qualità di avvocato all’ONU.
“Sono felice di aiutare gli altri“
Il nuovo lavoro indirizza Constanza su un’attività ben corrisponde alla sua missione di vita che è quella di portare aiuto agli altri. Una missione che impone una dedizione totale.
“Non avevo in mente di lavorare nel settore umanitario. Volevo solo fare l’avvocato e all’improvviso mi sono trovata in missioni di pace, lavorando a fianco dei soldati che proteggevano i paesi e la popolazione. In poco tempo sono diventata ambasciatrice dei bambini nei paesi in conflitto. Ho vissuto molto tempo lontano da casa. Ho trascorso la maggior parte del tempo sugli aerei dell’ONU sempre in paesi del Medio Oriente. Quando la situazione si calmava un poco, tornavo a casa per visitare la mia famiglia, ma non durava molto, perché ricevevo messaggi o e-mail in cui si diceva che era iniziata una guerra in un altro paese. Così sono andato di nuovo in quel paese per lavorare.” Un lavoro che richiede molti sacrifici, rinunce e un’attitudine mentale particolare:
“Il mio sacrificio è stato quello di lasciare la mia famiglia e smettere di formare una mia famiglia. Non avere un compagno di vita o qualcuno da amare. Questo lavoro comporta molta concentrazione, momenti di paura e anche di freddezza. Poiché le decisioni venivano prese immediatamente e non si doveva pensare a niente e a nessuno.”
Il mondo parallelo in Afghanistan
Una delle sue prime missioni umanitarie si svolge in Afghanistan durante il periodo dell’occupazione statunitense. “Ho ricordo molto belli soprattutto quando ho iniziato a portare cibo e regali alla popolazione di paesi, che non hanno nemmeno l’accesso all’acqua, come l’Afghanistan.
Può sembrare strano, ma la base militare, che si trovava in quei paesi, disponeva di tutto quello che c’è in una città americana: hamburger, ristoranti, postazioni di gioco, concerti privati con cantanti internazionali. La popolazione locale non aveva il diritto di mangiare o comprare questi prodotti e servizi a meno che i soldati o noi trasportassimo di nascosto il cibo… Era una situazione un po’ scioccante, un mondo parallelo all’interno di un Paese che stava morendo di fame…,” sottolinea Constanza che aggiunge: “Con il mio stipendio e una parte dei soldi delle Nazioni Unite, ho incaricato delle aziende di consegnare container con cibo e vestiti, l’ho fatto molte volte in Africa, in Afghanistan e in Siria.”

I primi dubbi in Ucraina
Nel 2022 l’invasione russa dell’Ucraina porta Constanza a una nuova missione umanitaria ad alto rischio.
“È la prima volta che ho messo in pericolo la mia vita e che mi sono chiesta cosa ci faccio in questo paese. La missione era quella di portare le persone al sicuro al confine e nei paesi vicini. Ho vissuto il momento più drammatico, quando pioveva a dirotto e abbiamo dovuto scavare una fossa per nasconderci dai soldati russi ed evitare che ci catturassero e uccidessero. Pioveva a dirotto, eravamo bagnati fradici con la febbre e l’ipotermia… Non mangiavamo da diversi giorni ed eravamo molto stanchi, ma abbiamo continuato ad andare nel Sud dell’Ucraina per salvare le persone che erano intrappolate nelle case. (…) Ci siamo anche trovati davanti a un carro armato russo con i soldati davanti a noi che hanno iniziato a sparare. Non sapevamo cosa fare fino a quando non abbiamo iniziato a strisciare come serpenti e a uscire da quell’inferno senza essere feriti”.
L’inferno di Gaza
La drammatica escalation del conflitto fra israeliani e palestinesi, iniziato con l’assalto di Hamas il 7 ottobre 2023 e proseguita con l’offensiva militare di Israele a Gaza tuttora in corso, coincide con una nuova missione molto pericolosa per Constanza che mette a repentaglio la propria vita.
“Quello che è successo a Gaza è stata la cosa peggiore che mi sia capitata. Israele ha usato il fosforo bianco di notte, che è stato inalato da tutte le persone che si trovavano sul posto. Purtroppo ne ho inalato molto, dato che ero all’esterno senza protezione respiratoria per portare i bambini al rifugio delle Nazioni Unite, che Israele stava bombardando, e molti bambini sono morti. Il veleno diffuso da Israele è stato assorbito dai miei organi vitali”, ricorda Constanza che ha dovuto subire molti interventi chirurgici per poter rimanere in vita.
“Ero sul punto di morire. L’ultimo intervento è stato un miracolo. Non ho potuto oppormi a quell’intervento, anche se era il più rischioso. Ho dovuto farmi estrarre gli organi, che erano deteriorati e non potevano essere salvati. Ma eccomi qui, non so cosa sia successo, forse Dio non voleva che lasciassi la terra così con un finale così tragico, per tutto quello che ho passato nella vita e senza aver assaporato la felicità…”.
Le armi al fosforo bianco
Le forze armate israeliane avrebbero utilizzato armi al fosforo bianco al porto di Gaza e in un’area del Libano ai confini con Israele tra il 10 e l’11 ottobre 2023. Le stesse armi sarebbero state usate anche dalla Russia in territorio ucraino. Questo è quello che ha dichiarato l’ONG Human Rights Watch dopo aver analizzato e verificato diversi video, sottolinea il sito di divulgazione scientifica geopop.
Le bombe al fosforo bianco rientrano nella categoria delle armi incendiarie, il cui uso è regolamentato dal terzo Protocollo della Convenzioni delle Nazioni Unite su alcune armi convenzionali, firmata a Ginevra nel 1980.
Secondo il protocollo gli ordigni di cui Israele è accusato di aver fatto uso a Gaza non possono essere impiegati per colpire obiettivi civili e obiettivi militari situati “all’interno di una concentrazione di civili”.
L’esercito israeliano ha affermato di utilizzare il fosforo bianco per creare fumo e non per appiccare incendi o colpire i civili, aggiungendo che l’uso delle munizioni „rispetta e supera i requisiti del diritto internazionale.
La sola inalazione del fosforo disperso nell’ambiente può provocare gravi conseguenze per la salute umana. Le esalazioni provocate dalla combustione del fosforo bianco, infatti, se respirate possono corrodere le mucose e gli organi interni, generando un processo che porta all’avvelenamento, come è successo purtroppo a Constanza nella sua missione a Gaza.
Uno sguardo al futuro

Ora Constanza sta abbastanza bene grazie alle cure prodigate dai medici provenienti dalla maggior parte dei paesi che fanno parte dell’ONU e che seguono regolarmente i suoi progressi.
“Sono ansiosa di sapere cosa mi succederà, ma sono contenta di aver aiutato molte persone, anche se loro magari non si ricorderanno di me. Sono nata per aiutare e sono felice di aver dedicato la mia vita a salvare quante più persone possibile”.
Ringraziamo Constanza di cuore per la sua toccante testimonianza che può essere fonte d’ispirazione per i giovani che desiderano lanciarsi nell’aiuto umanitario. Le auguriamo pace, salute e serenità per il suo futuro.
© Andrea Arcidiacono, Berna, 27 giugno 2024
Fonti:
„A Gaza gli operatori umanitari non sono eroi, ma vittime„, swissinfo, 8.4.2024,
Situazione in Medio Oriente, Dipartimento federale degli affari esteri, 10.6.2024
25 ONG chiedono un cessate il fuoco immediato, Amnesty International, 13.3.2024
Che cosa sono le bombe al fosforo bianco che Israele è accusato di aver utilizzato, wired, 12.10.2023
Cosa succede, se si viene colpiti da un’arma al fosforo bianco, geopop, 17.10.2023
https://www.instagram.com/cconsttanzza/
Immagine principale, Uganda 31 marzo 2021
Prima immagine, United Nations Headquarters New York, 7 luglio 2020
Seconda immagine, Mariupol, Donetsk’ Region, Ukraine, 1 aprile 2022
Terza immagine, Donbass Ukraine, 4 maggio 2022
Quarta immagine, Donbass Ukraine, 4 maggio 2022


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