Sportelli aperti e finestre di crisi

Workshop Camera commercio Lugano


Sportelli aperti e finestre di crisi

“È la soluzione migliore per riportare la fiducia e garantire la stabilità del mercato finanziario.” È in questi termini che il Consiglio federale, la Banca Nazionale Svizzera e l’autorità di vigilanza indipendente sul mercato finanziario svizzero FINMA hanno giustificato l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS con il sostegno della BNS e della Confederazione nel corso di una conferenza stampa straordinaria a Berna domenica 19 marzo 2023.

(c) Ticino Business, Andrea Arcidiacono, maggio-giugno 2023

È la terza volta negli ultimi tre anni che il Consiglio federale ha scelto la via del diritto di necessità per far fronte a situazioni straordinarie: la pandemia di Covid-19 nel 2020, il piano di salvataggio di Axpo nel settore dell’energia elettrica nel 2022 e il partenariato pubblico-privato per salvare Credit Suisse dal fallimento.

La Banca Nazionale Svizzera concede prestiti in bianco potenzialmente illimitati a Credit Suisse e UBS, a cui si aggiungono un prestito di 100 miliardi di franchi della BNS a Credit Suisse garantito dalla Confederazione e una garanzia di 9 miliardi di franchi concessa dalla Confederazione a UBS per l’assunzione di perdite patrimoniali dovute all’acquisizione di Credit Suisse.

L’intervento massiccio della Banca Nazionale Svizzera e della Confederazione a sostegno dell’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS ha permesso di calmare momentaneamente le acque. Lunedì 20 marzo 2023 gli sportelli di Credit Suisse erano aperti. I privati e le aziende hanno potuto disporre dei propri averi e beneficiare dei servizi bancari. Ma la gestione di crisi è appena iniziata e la strada è irta di ostacoli per ritrovare la stabilità e la fiducia perduta.

Prevenire è meglio che curare

In questa fase storica, contraddistinta dalla presenza di molteplici crisi, che si sovrappongono e mettono a dura prova la nostra routine quotidiana, lo stato, le aziende e le associazioni sono chiamate a dar prova di chiarezza ed efficacia nella comunicazione interne ed esterna per non essere travolti dagli eventi. Prevenire è meglio che curare anche in ambito comunicativo.

Nel workshop dedicato alla comunicazione di crisi, che abbiamo svolto con il direttore e alcune collaboratrici e collaboratori della Camera di commercio del Cantone Ticino, abbiamo passato in rassegna il panorama mediatico della Svizzera italiana: quali sono i gruppi mediatici più influenti? Quali sono le trasmissioni radio-televisive più impegnative? Quali sono le aspettative dei media e dei diversi gruppi d’interesse? Quando è il momento più opportuno per la comunicazione?

La costruzione di un rapporto di fiducia con i media in situazioni normali è un prezioso capitale da sfruttare anche in una situazione inaspettata o di crisi contraddistinta da una forte incertezza e dalla necessità di fornire risposte rapide anche se non conosciamo ancora tutti i fatti. La capacità di esprimersi in modo chiaro, semplice e comprensibile è la chiave del successo anche in una situazione di crisi. I messaggi principali sono orientati al futuro, alla ricerca di soluzioni e si basano sui valori dell’azienda, come la responsabilità nei confronti dei clienti, dei fornitori, del personale e delle autorità.

La capacità di correggere il tiro

L’analisi di alcuni casi concreti ci ha permesso di toccare con mano l’importanza della comunicazione nella gestione di crisi sia a livello istituzionale che a livello aziendale. La qualità della comunicazione di crisi riflette la qualità della gestione di crisi, come ci ha mostrato l’analisi dei casi Crotta, Helsinn e Tri-Star. È importante essere consapevoli degli interessi in gioco per potersi posizionare in modo attivo ed non essere travolti dagli eventi e dai media a loro volta chiamati a reagire in tempi brevi alle crisi.

Poiché la comunicazione di crisi non è una scienza esatta, ma si basa essenzialmente sulla capacità di anticipazione e sulle esperienze vissute in casi analoghi, è fondamentale la capacità di valutare in modo preventivo l’impatto delle misure proposte sui media e sull’opinione pubblica e di correggere la gestione e di riflesso la comunicazione in caso di valutazioni errate. Questo è avvenuto in modo costante durante la gestione pandemica. Nella primavera del 2020 il Consiglio federale ha deciso di concedere delle finestre di crisi ai Cantoni maggiormente colpiti dalla pandemia, come il canton Ticino. In un primo tempo l’Ufficio federale di giustizia aveva considerato illegali le chiusure generalizzate delle attività economiche decise dal Consiglio di Stato.

Anche nell’attuale gestione della crisi bancaria le autorità federali, UBS e Credit Suisse sono chiamate a correggere il tiro in caso di necessità e di dar prova di una comunicazione di crisi trasparente e aperta che accompagna il processo di transizione del sistema bancario elvetico. Contano anche in questo caso l’autenticità e l’empatia delle persone che comunicano verso l’interno e l’esterno. Non basta padroneggiare i fondamentali della tecnica finanziaria e bancaria, ma è fondamentale la capacità di immedesimarsi nelle persone e nelle aziende che saranno costrette a duri sacrifici. È fondamentale la capacità di indicare nuove prospettive e proporre valide alternative per ricostruire la fiducia, la credibilità e la reputazione del sistema bancario e delle istituzioni.

(c) Ticino Business, Andrea Arcidiacono, maggio-giugno 2023

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